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Buon pomeriggio.
ho il piacere di parlarvi di "Symbiosis" Chiara Kiki Effe, un romanzo appartenente alla The Twins Series che è stato davvero una sorpresa.
Partiamo dalla sinossi...
Le vite di molte persone si intrecciano sullo sfondo di una New York dove tutti sembrano essere coinvolti in qualcosa, ma nessuno sembra averne la colpa. Sebastian Moore lavora come modello per la Suxess, una delle più famose agenzie di moda della città. Una sera ha un terribile incidente in moto mentre rincorre la donna che ama e perde non solo lei, ma anche l'uso delle gambe. Suo fratello, Tyler, non riesce a farsene una ragione: ci sono troppe cose che non sono chiare. Chi c'era, con Sebastian, al momento dell'incidente? Tyler, deciso a scoprire la verità, tenterà di tutto, arrivando a ingannare tutte le persone che lo amano.
Immaginatevi New York e la sua vita frenetica.
Immaginatevi personaggi e storie che si intrecciano tra loro. Immaginatevi mistero,
sotterfugi, bugie e…
Ecco questo è "Symbiosis": un romanzo diverso dal
solito ma non per questo meno bello, anzi…Potrei trovare tantissimi punti a suo favore, a partire dai personaggi che incontrerete durante la lettura. Tutti così diversi, tutti con le proprie storie e con i propri demoni da sconfiggere, ma allo stesso tempo ben caratterizzati.
Iris e Tyler non potrebbero essere tanto differenti: una indomabile e senza genitori, l’altro pieno di rabbia e rancore alla ricerca di una verità dolorosa.
L’autrice ha trovato una struttura narrante che funziona pienamente e che io ho adorato perché le ha permesso di descrivere la storia nel migliore dei modi.
“Symbiosis” è un romanzo d’amore. Quell’amore che non è rivolto solo agli amanti ma anche amore fraterno e materno.
Tanti sono i temi attuali, ahimè, che vengono trattati con estrema delicatezza e sensibilità.
Non avevo mai letto nulla di questa autrice e sono rimasta davvero meravigliata il suo stile fluido e per l’utilizzo di parole ricercate e appropriate alla narrazione.
Cosa dirvi in finale?! Non fatevi sfuggire questo romanzo perché è davvero una chicca.
Alla prossima,
Berta
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