sabato 31 luglio 2021

***Autore Vs Blogger*** - Mya McKenzie Vs Berta


Buon pomeriggio. 
Dopo qualche sabato di pausa, prima delle vacanze estive, torna l'appuntamento con la rubrica ***Autore Vs Blogger***.
Oggi ci farà compagnia Mya McKenzie con una chiacchierata intensa e piacevolissima.
Buona lettura!

B: “Never give up” è il tuo ultimo romanzo, come ben sai io l’ho adorato, ma se dovessi consigliarlo ai lettori del blog quali sono i punti di forza che metteresti in campo?
In Never Give Up, lo sport, in particolare la pallavolo, è parte integrante della storia. Dalla prima all’ultima pagina si respira la passione dei protagonisti (e dell’autrice [n.d.r.]) per questa disciplina. Ho cercato di portarvi i profumi, i suoni e le emozioni che si respirano in palestra e sugli spalti di un palazzetto, per farvi capire quanta passione scorre nelle vene degli atleti, che ogni giorno entrano in palestra per dare il meglio.
Sacrifici e rinunce, ma anche riscatto e rivincite. Lo sport in fondo, è questo. E tra le pagine di questo romanzo il lettore accompagna i protagonisti nel loro cammino, soffrendo per le mazzate che immancabilmente la vita gli mette davanti e gioendo per le piccole rivincite o le grandi soddisfazioni.
E infine, come dice il titolo stesso, Never Give Up è, in maniera più astratta, un invito a non mollare mai, a impegnarsi in ogni aspetto della vita, senza abbattersi di fronte agli ostacoli, persino a quelli che sembrano insormontabili.
Mai mollare, se ci credi veramente.
Che sia una medaglia, un pezzo di carta o un grande amore come quello di Kendall e Margot.
L’importante è lottare per quello in cui si crede.
Quindi, se vi piace lo sport e adorate le seconde occasioni, allora non potete perdervi Never Give Up.

B: I personaggi nati dalla propria penna lasciano sempre un qualcosa anche nello scrittore. Ce n’è uno che ti ha creato difficoltà nella stesura o nel descrivere caratteristiche e sentimenti? 
Onestamente no. Prima di cominciare a buttare una storia nero su bianco ripasso nella mia testa ogni caratteristica dei protagonisti principali. Li conosco così bene che mi viene tutto molto naturale. Ogni tanto fanno scelte e prendono strade non previste, ma sono sempre situazioni cucite addosso al personaggio e che quindi sono in grado di gestire senza troppi problemi.
Ne ricordo però uno, un personaggio secondario per cui ho dovuto lavorare un po’ più del previsto perché era affetto da una particolare condizione di salute che non conoscevo a fondo e su cui ho dovuto fare parecchie ricerche. Non avendo una preparazione medico scientifica ho faticato un po’ a comprendere cause e sintomi, ma ho fatto del mio meglio cercando di spiegare al lettore senza entrare troppo nello specifico.
Ma tutto sommato non mi è pesato. Mi piace la parte di ricerca, imparare qualcosa di nuovo è sempre stimolante ed è uno dei benefit dell’essere autori.

B:    Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori? Tendi a renderli partecipi dei tuoi lavori in corso o preferisci l’effetto sorpresa?
Ho sempre preferito l’effetto sorpresa, ma mi sono interrogata proprio recentemente se non sia il caso di cambiare approccio. Le lettrici, com’è naturale che sia, si affezionano ai personaggi e si appassionano alle loro vicende, quindi forse stuzzicarle con qualche notiziola ogni tanto potrebbe essere apprezzato.
L’unico problema è la mia grande insicurezza: vorrei che fosse tutto perfetto e quindi mi riesce difficile condividere qualcosa che non è revisionato. Pensa che se c’è qualcuno si avvicina a meno di uno o due passi smetto di scrivere e abbasso lo schermo del portatile per timore che possa sbirciare prima che sia tutto finito!

B: Pensi che le fiere di libri o similari possano essere un luogo e un’opportunità per farsi conoscere da un più vasto pubblico di lettori? Hai mai partecipato come scrittrice o lettrice o vorresti farlo e a quale?
Certo, credo siano utilissimi per gli autori, sia per consolidare i rapporti con il proprio pubblico sia per trovarne di nuovo. Finora però non ho mai trovato il coraggio di partecipare, e il motivo è sempre riconducibile all’insicurezza e alla fiducia in se stessi. Durante questi anni di self mi è arrivato tantissimo affetto da parte delle lettrici, ma c’è sempre una parte di me che teme di arrivare al firmacopie e trovare attorno a sé soltanto il deserto.
Un incubo!

B:  Hai già in mente un progetto futuro? Un cambio genere?
Ho già terminato un altro romanzo e ne ho uno in stesura. Il primo è un romance contemporaneo a cui sono molto affezionata e che ogni volta mi fa piangere come una fontana. L’altro è un progetto che ho dovuto sospendere per terminare la revisione di NEVER Give Up e che spero di riprendere in autunno. Per ora è più un romanzo di narrativa che un romance, ma finché non scriverò la parola fine non si sa mai…

B: Chiudiamo questa chiacchierata con la tua citazione del cuore, anche tratta dai tuoi scritti, da dedicare ai lettori de L’angolo books di Berta.
Vi lascio la poesia indiana con cui apro NEVER Give Up, in onore delle origini Syilx di Kendall.

Tieni stretto ciò che è buono, anche se è un pugno di terra. 
Tieni stretto ciò in cui credi, anche se è un albero solitario. 
Tieni stretto ciò che devi fare, anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita, anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sarò allontanato da te. 

Ci leggo dentro una saggezza infinta e un pizzico di malinconia che mi commuove sempre.
A parte la penultima strofa che è in perfetta sintonia con il messaggio principale di Never Give Up, mi ha colpito in maniera particolare l’ultima:
Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sarò allontanato da te
Non sempre le separazioni sono definitive e non sempre il motivo per cui due strade si dividono è la mancanza di amore o affetto, anzi, a volte è proprio l’esatto opposto… come Margot ci insegna 😉


M: Quando è nata la tua passione per la lettura? Ricordi un momento o una persona che ti ha spinta verso questa direzione?
La passione per la lettura è nata in terza elementare quando la maestra di italiano ci portò per la prima volta nella biblioteca della scuola. Ne rimasi sorpresa ed entusiasta, soprattutto per l'entusiasmo con cui ci parlò di questa sua passione. Ricordo benissimo che il primo libro letto è stato "Piccole donne", romanzo che mi ha accompagnato nel corso degli anni. 

M: Le challenge da qualche anno spopolano nei social e più volte mi sono chiesta se è una trovata utile per gli autori o meno. Il rischio è che, per la smania di raggiungere risultati, i romanzi vengano letti con superficialità e che alla fine al lettore non rimanga nulla. Qual è la tua posizione in merito: meglio leggerne qualcuno in meno ma farlo con attenzione gustandosi i vari passaggi o è meglio viaggiare veloci e il più possibile?
Le challenge diciamo che sono un'arma a doppio taglio: da un lato permettono al lettore di spaziare fra diversi generi e autori, dall'altro però credo che li allontani dall'obiettivo. Io sinceramente preferisco più essere libera nella scelta delle mie letture e non aver la fretta di seguire uno schema. Non nascondo che però mi sono prefissata un certo numero di libri da leggere nell'arco del 2021, un po' come stimolo dato che ogni tanto mi faccio trascinare da vecchie riletture tralasciando le nuove. 

M: Sei una lettrice e una blogger, avrai sicuramente spaziato tra generi molto diversi tra loro e avrai conosciuto tantissimi autori. C’è una piccola parte di te che sogna di “passare dall’altra parte”, di scrivere una storia tutta tua? Se sì, raccontaci i dettagli…
È una domanda che mi avete posto in tanti ma non ne ho mai sentito l'esigenza. 
Quando capita di scrivere, sono più pensieri miei e personali. Mi serve più che altro per buttare fuori ciò che sento dentro. Un po' come monito per il futuro, un po' per ricordarmi di determinati momenti della mia vita. 

M: Cos’è, secondo te, che fa di un buon libro un successone? Un buon marketing, il passaparola, l’abilità di comunicazione dell’autore… altro?
Il marketing e l'abilità di comunicazione dell'autore credo che siano alla base. 
Sicuramente ha un certo peso anche il passaparola dei lettori che spesso ha più valore di tante e tante sponsorizzazioni. 
Un buon libro per me rimane sempre quello capace di trasmettere emozioni, di stupirmi, emozionarmi e soprattutto scritto bene. 

M: Domandina spinosa per una blogger. Secondo te, una blogger tratta tutti gli autori allo stesso modo o può succedere che le simpatie e le amicizie un po’ più strette tra blogger e autore influenzino il giudizio e portino ogni tanto a chiudere un occhio o a dare il mezzo punto in più in rece? Ti è mai successo?
Ho sempre cercato di essere obiettiva e di separare le due cose. Ne vale della mia professionalità sia nei confronti dell'autore ma specialmente nei confronti dei lettori. 
Magari in passato, in generale, sono stata più permissiva e ho dato quella possibilità in più a un autore. Adesso ho cambiato un po' prospettiva. 

Ringrazio nuovamente Mya e vi invito a visitare la sua pagina Facebook: qui .
Noi, carissimi lettori, ci rileggeremo prossimamente con un altro “Autore Vs Blogger”.

Buone letture,
Berta 💓📚

Nessun commento:

Posta un commento