COSA SUCCEDE QUANDO
ALL’OSSESSIONE SI ASSOCIA LA SETE DI VENDETTA?
Quando
Luana Davies apre gli occhi, si ritrova incatenata a un letto, in una cella sporca,
fredda e scarsamente illuminata. Sebbene sia ancora intontita, i ricordi riaffiorano
subito nella sua mente: Adrian si è presentato al Coffee Hour mentre era da sola, l’ha drogata e rapita, facendo poi esplodere
il locale per convincere tutti della sua morte.
«Da ora in avanti, vivrai
soltanto per me. Nessuno verrà a cercarti. Nessuno verrà a salvarti. Nessuno ti
porterà via da me. Sei mia, Luana».
Queste
sono state le parole di Adrian prima che lei svenisse. Quando lui entra nella
cella, bellissimo e perfido come non mai, le rivela che non si trovano più a
Londra, ma in Germania, nel suo castello sull’isola berlinese di Pfaueninsel.
Luana, dunque, è costretta a vivere come una prigioniera, alla completa mercé
di un uomo che disprezza con tutta se stessa e lontana dalla sua casa e dalle
persone che più ama. Adrian ha scoperto che la sua famiglia è legata a doppio
filo a quella biologica di Luana e ritiene la ragazza responsabile di un
tragico evento del passato che ha segnato definitivamente la sua vita. È
vendetta ciò che cerca e non troverà pace finché non l’avrà ottenuta. Luana
diventa così il nutrimento di un’ossessione malata, che è ancora viva come il
primo giorno, e anche l’unico mezzo per chiudere con il passato e sperare in un
futuro migliore. Lei è tutto ciò di cui ha bisogno. Luana comprende subito che
l’unico modo per salvarsi e tornare alla vita di prima, è trovare dei punti
deboli in Adrian e sfruttarli. I due, quindi, ingaggiano una dura lotta, che li
costringerà a confrontarsi giorno dopo giorno e a sentirsi sempre più vicini,
malgrado tutto. Chi dei due ne uscirà vincitore? Sarà Adrian, lo spietato
carnefice, o Luana, la coraggiosa vittima?
**ATTENZIONE,
DARK CONTEMPORARY ROMANCE**
Parte
di quest’opera contiene descrizioni di rapporti sessuali e scene violente, che
potrebbero urtare la sensibilità delle persone, quindi se ne consiglia la
lettura a un pubblico rigorosamente adulto e consapevole.
Un estratto per voi:
«Andavo
per i campi così, per conto mio, e non cercare niente era quello che volevo. E
lì c’era un fiorellino, subito lì, vicino, che nella vita mai ne vidi uno più
bello. Volevo coglierlo, ma il fiore mi disse: possiedo radici, e sono ben
nascoste. Giù nel profondo sono interrato; per questo i miei fiori son belli
tondi. Non so amoreggiare, non so adulare; non cogliermi devi, ma trapiantare».
«Luana, che cosa vuol dire?».
«Che mi hai strappato via dalla mia casa,
dai miei affetti, dal mondo al quale appartenevo da sempre. Mi hai colto con
troppa violenza, recidendo le mie radici, che sono rimaste ben piantate a
Londra. Sai che cosa succede a un fiore senza radici, non è vero?».
«Appassisce e muore».
«Esatto. Tenendomi lontano dalla mia
città, dalla mia casa, da chi amo, mi ucciderai presto, con la consapevolezza
di non avermi posseduto completamente neanche per un giorno». Mi giro tra le
sue braccia, in modo da poterlo guardare dritto negli occhi mentre sussurro:
«Perché non si può avere fino in fondo qualcosa che si prende con la forza.
Perché non si può amare il proprio carnefice, a meno che non si abbia rispetto
per se stessi, e io mi rispetto moltissimo. Ecco perché da me, Adrian, avrai
solo carne, lacrime e sangue. Ecco perché la mia mente e la mia anima non
saranno mai tue».
Si ritrae, sciogliendo l’abbraccio, e mi
guarda come se lo avessi offeso a morte.
«Vattene via» sibila.
Mi avvicino a lui, sollevandomi in punta
di piedi per baciarlo sulla guancia. Trasale. Sorrido mentre accosto le labbra
al suo orecchio e dico: «Gute Nacht, mein Henker (buonanotte, mio carnefice)».
Quanti di voi lo stavano attendendo??
L'attesa è quasi finita ;)
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