Buongiorno lettori.
Oggi ospito S. Marty, una giovane autrice con alle spalle già ben 10 pubblicazioni.
Volete saperne di più? Leggete l'intervista e seguitemi sulla pagina Fb del blog per conoscere le sue opere.
Chi è Martina nella vita di tutti i giorni?
La
Martina di tutti i giorni è una ragazza semplice, che ama con tutta se stessa
stare in casa. Non sono una da vita mondana, amo la tranquillità e ho i miei
ritmi anche se folli a volte. Mi piace definirmi un gatto, sembra che dorma ma
invece sono sveglia e mentre tutti pensano che io non stia facendo niente, la
mia testa elabora storie su storie. Da qualche anno mi sono iscritta
all'università, il mio sogno è scrivere e renderlo il mio vero lavoro, quindi
ho ben pensato che Editoria potesse essere l'indirizzo adatto a me.
Per
il resto sono un'eremita (ahahah).
Cos’è per te la scrittura?
Per
me la scrittura è un modo per staccarmi dalla realtà di tutti i giorni, per
esternare tutto quello che ho dentro, che mi piace e che sogno. È una valvola
di sfogo ma anche un piacere, una necessità. A volte mi capita di andare a fare
la spesa e mentre scelgo che mozzarella prendere sento dentro di me la voglia
di scrivere, la necessità di farlo.
È
una cosa che non riesco a non fare, non scrivere mi deprime.
Come nasce un tuo libro? Segui una scaletta o ti lasci trasportare
dall’istinto?
Sinceramente
a volte non lo so nemmeno io come nasce un mio libro. Certe volte sogno
qualcosa e poi ci ricamo sopra, Divinity, il mio primo libro pubblicato è nato
tutto da un sogno che ho fatto e che ovviamente ho inserito nel primo libro. A
volte mi basta anche solo stare stesa sul letto a fissare il soffitto, tipo
come fanno i gatti che fissano il muro, a volte è utile e mi vengono in mente
di quelle cose che non so nemmeno se si possano scrivere. Di norma se voglio
ispirarmi a qualcosa leggo. Magari sto leggendo un giallo e mi vengono in mente
i draghi, lo so non ha senso eppure mi capitano i colpi di testa così.
Per
quanto riguarda la stesura odio lasciarmi trasportare, di norma scrivo di getto
su un quaderno quelle scene che ho ben in mente o i dialoghi che ho pensato e
devo assolutamente scrivere prima che svaniscano nel nulla. Una volta fatto
questo, mi faccio una bella scaletta di tutto il libro capitolo per capitolo.
Segno
le cose che accadono in ogni punto della storia, senza scendere nei dettagli (a
patto che non sia una scena che mi è venuta in mente di getto) e poi inizio a
scrivere al pc.
Hai alle spalle dieci pubblicazioni, pensi che il tuo
modo di scrivere o di approcciarti alle tue storie sia cambiato?
Assolutamente sì, credo che il mio modo di scrivere sia
cambiato. Il mio stile è rimasto ovviamente, ma più sto andando avanti a
scrivere più non mi concentro più su certi pensieri come: ma potrebbe piacere o
no questo pezzo? Dovrei farlo più movimentato o più tranquillo?
Ora queste domande, che mi ponevo all'inizio, non me le
faccio più. Ovviamente mi preoccupo sempre, ma piacerà oppure no? Ma non
smorzo, ne taglio più una scena pensando agli altri. Ho imparato a scrivere
quello che voglio e come piace a me. Sono convinta che se uno scrive solo per
piacere agli altri, ma non è convinto di quello che fa, il libro non dirà nulla
e risulterà freddo. Quando uno scrittore scrive un libro e lo sente suo, allora
a parer mio i sentimenti e le emozioni traspariranno dai personaggi e dalle
vicende.
C’è una scena in particolare che ti ha dato problemi durante la stesura?
Credo sia la scena del libro, La leggenda del primo
amore. La scena è molto forte, e per molti giorni sono stata indecisa su come
affrontarla, su come scriverla. Ho pensato più volte di non descrivere nel
dettaglio, ma magari lasciar intuire cosa stesse avvenendo, ma alla fine mi
sono decisa e l'ho scritta. Mi ha fatto penare, ma spero ne sia valsa la pena,
perché quella scena, che a mio avviso è forte per quello che rappresenta (non
voglio fare spoiler) non poteva non esserci, come non ci sono quelle simili a
quella. Sono quelle scene che mi hanno dato problemi, ma che fanno comprendere
a chi legge il carattere, il dolore e gli atteggiamenti della protagonista.
Senza quelle scene non si capirebbe e non si riuscirebbe a definire il
personaggio principale.
Posto e momento ideali per scrivere.
Il
momento che preferisco per scrivere? La notte, io sono nottambula, mi attivo la
sera e la notte dove non si sente niente, nessuno parla, fuori c'è silenzio è
il momento in cui mi immergo a pieno nella scrittura. Il mio posto? Non ho un
posto preferito, a volte scrivo sul letto, altre alla scrivania, sul tavolo,
quando ho l'ispirazione il posto non è importante basta scrivere hihi.
Quanto di te riesci a mettere nelle tue storie?
Di
me c'è molto in ogni libro, ogni protagonista ha parti del mio carattere, se
non inserissi nulla di me credo che non sarei in grado di scrivere, o meglio di
dare spessore a un personaggio.
Riesco
a rendere anche i personaggi che sono il mio opposto, ma mai come quelli in cui
lascio una piccola parte di me.
La critica più bella e la più cattiva che hai ricevuto su un tuo libro.
La
critica più cattiva è stata una recensione dove una ragazza dice che dal
prologo ha capito tutto il libro e non sarebbe valsa la pena leggerlo perché troppo
per bambini... (Se la scena in cui una bambina vede la madre sbranata viva da
un animale mostruoso è per bambini...) non dico che mi abbia fatto male, ma mi
ha delusa, io accetto le critiche se costruttive e dette educatamente, ma che
almeno si abbia letto tutto il libro, non solo il prologo.
Per
quando riguarda quella più bella invece, è stata una recensione, ti cito le
parole esatte.
«Generalmente parto subito in quarta, illustrando prima la
trama e poi il mio punto di vista ma oggi ho voglia di scombinare gli schemi.
Questo perché il romanzo di Martina mi è piaciuto davvero tanto. È uno di quei
libri che conferma la mia teoria e cioè che non è vero che se un autore non ha
alle spalle una casa editrice non potrà mai essere considerato uno scrittore,
un talento, qualcuno nato per tenere la penna in mano (metaforicamente parlando!).
Martina secondo me ha questo dono. Non voglio dire che le autrici dei libri
recensiti fino ad ora non lo abbiano, ma devo dire che questo libro mi è
entrato sotto pelle.»
Dire
che non posso aggiungere altro, ma questa recensione mi ha dato davvero la
carica per continuare a pubblicare.
Qual è secondo te il segreto per arrivare al cuore dei lettori?
Esiste un segreto? Ahahah Non so se c'è un modo, credo
che bisogni scrivere con il cuore e non con la mente e con la contabilità del
portafoglio (anche se guadagnare qualcosina non fa mai male) ma scrivere solo
per vendere e basta, senza mettere passione e sentimento, sono sicura che un
lettore lo capisca. Quindi credo che la cosa fondamentale sia scrivere sentendo
e percependo i sentimenti per il proprio lavoro.
Ed eccoci alla domanda che più amo fare agli autori: CE o Self
Publishing?
È
una questione molto spinosa, tanti screditano il Self, pensando che se non ti
pubblica una CE tu non valga niente, quindi non vale la pena leggere quello che
scrivi. Non sono molto d'accordo, tanta gente non manda i propri lavori per
scelta quindi non si sa se questi sarebbero stati tenuti in considerazione o
meno da una CE. Fare di tutta un’erba un fascio non è nel mio modo di pensare.
Ci sono Self belli e altri no e ci sono libri pubblicati da CE che sono belli e
alcuni potevano risparmiarsi di pubblicare. Se mi chiedi cosa scegliere? Io ho provato tempi a dietro quando
c'erano ancora le caverne, a mandare un mio scritto, non uno dei dieci
pubblicati ma uno che rileggendolo ora sarebbe da cestinare ahahah (una mi ha
risposto, l'altra mai sentita ahahah) penso che ognuno debba fare quello si
sente, io ho scelto la strada del Self, volevo evitare lunghe attese, e lunghi
silenzi, avevo bisogno di un riscontro immediato. Ho sempre amato scrivere ma
ad un certo punto mi sono chiesta se fosse davvero la mia strada. Avevo bisogno
di sapere se era meglio smettere di sognare questo mondo oppure no. Così mi
sono buttata, ha i suoi pro e i suoi contro ovviamente, ma nella vita bisogna
pur rischiare ogni tanto e io ho rischiato solo con le mie forze, ma non è
detto che prima o poi rimanderò qualcosa a una CE, ma per il momento mi va bene
così.
Da lettrice, qual è il genere che preferisci e perché?
Da lettrice, Urban Fantasy, Paranormal romance, fantasy,
thriller/fantasy. Forse non l'ho specificato bene, io amo il Fantasy. È il
genere che adoro, anche la cosa più banale messa in fantasy diventa bella, la
fantasia vola e l'immaginazione viaggia che è una meraviglia. Queste emozioni i
romance, per esempio, non me le fanno provare.
Il primo libro che hai letto e che ti ha fatto amare la
lettura.
Ho cominciato a leggere da quando ho imparato, ricordo
ancora che correvo sempre in biblioteca a prendere libri su libri, a 9 anni già
leggevo i libri per adulti. Mia mamma ne aveva in casa così tanti che alla fine
mi ci sono buttata a pesce. Quindi credo sia colpa sua ahahaha.
Mai nessuno però di quei libri mi prendeva seriamente, ho
passato periodi in cui leggevo di tutto e di più fino a quando mio papà è
arrivato a casa con un giornale e in omaggio c'era il libro di Dracula. Dopo
averlo letto ho trovato veramente cosa mi piaceva e da una semplice passione
per leggere è diventato il mio amore.
Un libro che avresti voluto scrivere e perché?
Una marea, ahahahah, ma credo che alla fine ciò che
volevo scrivere lo sto facendo e credo che sia la cosa più bella in assoluto.
“L’amore è…”, continua tu la frase.
L'amore
è poter realizzare il proprio sogno, con l'appoggio e l'incoraggiamento di chi
ti ama, e non di persone che ti spingono solo per vederti cadere.
Progetti futuri? Essendo un’autrice che predilige il fantasy e il thriller/paranormal, ci sono generi che vorresti
esplorare e provare a scrivere?
Domanda
difficile, io amo tantissimo il fantasy, ma anche gli storici, mi piacerebbe
provare a scrivere un romance contemporaneo. Non è nelle mie corde ma vorrei
provare a cimentarmi anche in quello. Bisogna imparare un po' a fare tutto, ma
il mio genere resta sempre e comunque il fantasy, con il suo brio tutto
particolare.
Fai un saluto a “L’angolo books di Berta”
Un
caloroso abbraccio e un immenso grazie per l'opportunità di questo spazio e
visto che amo il Giappone, vi saluto come farebbero nel paese del sol levante.
Sayōnara, arigatō
Buone letture,
Berta
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