TITOLO: Quello che non ti aspetti
AUTRICE: Giovanna Roma
GENERE: Sentimentale
SERIE: Volume unico
FORMATO: Digitale e cartaceo
FORMATO: Digitale e cartaceo
SINOSSI:
La prima volta che lo percepii, fu nel salotto di casa nostra.
Ed ebbi terrore
Ed ebbi terrore
Di chi fosse
Di cosa pretendesse da noi
E in cosa mi avrebbe sfigurata.
Aveva imparato una lezione che voleva condividere. Una lezione che non si dovrebbe insegnare a un bambino, perché la felicità non segue sempre la tragedia, né la speranza il dolore.
Niente cambierà la sua natura impassibile, quel temperamento deciso e la fedeltà verso una promessa.
Eravamo gli opposti, eppure nei suoi occhi intravedevo dei frammenti di me. Vorrei aver conosciuto la nostra storia bene quanto oggi.
Avrei saputo ribellarmi alle regole prescritte? E se fossi stata capace, quale prezzo sarei stata disposta a pagare?
Non c’è tempo per riflettere.
Ecco, senti i passi dietro di noi? È lui che sta arrivando.
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✧ EXCEPT REVEAL ✧
Proseguo verso la stanza degli specchi. Avanzo, poi mi fermo. Vago e mi perdo. Un labirinto di superfici deformanti mi restituisce una Hope bassa e tozza, alta e magra, persino sottosopra o stesa. Mi diverto a fare le boccacce, ad allargare braccia gambe per stravolgere la figura.
«Lilian? Andrea?» Nessuna risposta. «Ragazzi, non è divertente. Perché ho accettato di entrare? Cos’aveva la ruota panoramica di così poco allettante?»
Ruoto il capo e incrocio il riflesso di Trevor. Arrossisco per essere stata sorpresa a farfugliare da sola.
«Mi hai spaventata.»
La sua immobilità mi attanaglia. I suoi occhi viaggiano su tutta la mia figura, si soffermano sulle labbra, si sbarrano quando ne mordo una. Anziché muovermi e cercarlo in carne e ossa o lui prendere in giro la mia stramberia, mi agguanta per il bacino di spalle e lo attira a sé.
«Ti sei persa, bambina?»
Il fiato si abbatte sul mio collo. Dimentico Roy e i Falchi, il rischio di essere scoperti in decine di forme diverse, cancello quel moto chiamato respiro. Mi scosta i capelli su una spalla per premere le labbra sulla pelle nuda. Percezioni del passato mi squilibrano. Marchiarmi con la bocca non gli basta, perciò le mani gironzolano sull’interno coscia.
«Cosa facevi con Roy?» La sua espressione cambia, la collera gli inghiotte le iridi, ingiungendomi di non mentirgli.
«Parlavamo.» Ho la bocca asciutta.
«Si strusciava su di te.»
«È quello che stai facendo anche tu.» Però, ti prego, non smettere.
«Con la differenza che io posso.»
Maledetto, non leggermi nella mente.
Stringe la coscia possessivo, facendomi scuotere per il brivido.
«Gioca con me, non con lui. Io non ho cuore, ricordalo.»
Nessun cuore, nulla da spezzare. Lo so. Piego la testa indietro, ma cade nel vuoto. Sbatto le palpebre e mi volto a cercarlo. Il mio riflesso è l’unica compagnia.
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