mercoledì 23 novembre 2016

Recensione "Althea" di Stefania Mortini

Titolo: Althea
Autrice: Stefania Mortini
Genere: Contemporary Romance
Editor: Self Publishing
Salve cari lettori, 
eccoci qui con una nuova recensione! 
Oggi vi parlerò del contemporary romance "Althea" di Stefania Mortini, un self publishing disponibile su Amazon. Questo racconto a tratti mi è piaciuto e per altri versi no. A volte l’ho trovato un po’ scontato e lento, in alcuni momenti non vedevo l’ora di voltare pagina e in altri casi mi è successo di abbandonare la lettura e riprenderla in un altro momento.   
Però, ci sono stati dei casi in cui non riuscivo a scollare gli occhi dalla pagina, non sto a svelarvi il motivo perché lascio a voi la curiosità di scoprire.


Sinossi: Irene, bellissima ma ignara di esserlo, è una ragazza di provincia desiderosa di dimenticare ardentemente il dolore per la perdita del padre. Il suo trasferimento a Milano muta in un intenso viaggio emozionale alla ricerca di se stessa perché la vita, così come la conosceva, le ha voltato le spalle per lasciar posto all’incertezza data da un vuoto incolmabile. La permanenza nella metropoli favorisce l’incontro con il conturbante Alberto e la sofferenza tramuta nel desiderio di comprendere il misterioso vissuto di quell’affascinante maschio alfa, diventando lentamente più forte del dolore che la incatena ancora alla morte. Con l'ausilio di un diario trovato per caso e degli episodi apparentemente fortuiti, da un lato si ritrova a curare il peso che attanaglia il suo cuore e dall’altro inizia a sperare in un sentimento in grado di eclissare il passato. Ma chi è veramente Alberto? Ci sarà mai un futuro per loro? Milano è la città della perdizione, dove tutto non è mai ciò che sembra e la notte trasforma apparentemente le persone, ammaliate dal gusto della trasgressione nascosta. Irene è alla ricerca di se stessa, ma rischia irrimediabilmente di spezzarsi per sempre.



I protagonisti sono Irene e Alberto. Irene è una donna bellissima di origini italo-brasiliana che decide di buttarsi nella follia e nella frenetica vita di Milano. Cerca di reagire alla perdita del padre e di lasciarsi alle spalle il brutto periodo trascorso.
Alberto invece è un uomo molto complesso e particolare, è chiuso in se stesso come se indossasse una corazza difficile da distruggere, è freddo e soprattutto è un calcolatore. Lui rappresenta tutto ciò che una donna, soprattutto Irene, dovrebbe disprezzare ma il comportamento di Alberto con la presenza di Irene cambierà.
Per Irene sarà difficile eliminare il pensiero di Alberto dalla sua mente, si sente attratta da lui come un magnete e non riesce a farne a meno.
A rendere la storia più avvincente e meno noiosa è la presenza di un diario, che Irene riesce a trovare. Le pagine sono state scritte da una donna malata di tumore che scrive delle lettere al proprio marito. Questa parte mi ha toccata tantissimo, forse è una delle parti più belle del libro. Il lettore viene assaltato dalle emozioni e soprattutto si riesce a percepire l’ingiustizia a cui questa donna è stata condannata. È stato meraviglioso il tatto e la dolcezza che l’autrice ha usato nelle parole, sono frasi di effetto che fanno davvero riflettere.   
Irene non riesce ad abbandonare quel diario e questa donna che scrive diventa come un’amica per lei.
Quel che mi è piaciuto di Irene è che è una donna piena di vita, dolce, sensibile ma anche molto ingenua. Purtroppo quest’ultimo lato del suo carattere la porterà a degli inconvenienti molto spiacevoli e Alberto sarà il suo cavaliere pronta a salvarla, ma anche lui con i suoi demoni non renderà vita facile alla povera Irene.
 


Passiamo invece ai lati "negativi" del libro. In alcuni capitoli l’ho trovato davvero troppo prolungato e lento. La descrizione di un attimo va benissimo, però prolungarlo per farlo diventare di due pagine credo sia un po’ troppo. In più il personaggio che, diciamo, è stato squallido è la madre di Irene. Non mi è piaciuta per niente, troppo volgare e soprattutto troppo superficiale. Quale madre consiglierebbe alla propria figlia di mostrare il fondoschiena al proprio datore di lavoro?   
Forse sarò un po’ pignola io, ma per quanto la storia potesse essere bella, è di gran lunga lenta. Credo che un pizzico di suspense e di scene inaspettate avrebbero portato a un interesse maggiore.   
Per il resto, l’autrice è stata brava nel rendere la storia davvero reale. Non è la classica favola che nella vita reale è difficile vivere, ma è la storia di due persone che magari, chi lo sa, esistono davvero. Magari da qualche parte ci saranno sul serio un Irene e un Alberto, che si sono trovati o ancora si stanno cercando.    




Concludo questa recensione dicendo "Althea" è un romanzo profondo, non facile da leggere, ben scritto e con un linguaggio, a mio parere, molto lavorato. Credo che sia una storia molto carina che in qualche modo non vi lascerà indifferenti.

Vi lascio qualche nota sull'autrice:
Stefania Mortini nasce in provincia di Pavia nel 1979 e sin dalla prima elementare si evince che ha un innata fantasia. Alle scuole medie i genitori vengono ripetutamente chiamati dal professore d'italiano poiché loro figlia non si limita a far temi, ma già li suddivide in capitoli come se fossero tesine, generando decine di pagine, che ovviamente non riescono mai ad esser letti per intero data la lunghezza. Si specializza nell'ambito grafico ma la sua passione sfocia in una miriade di lettere dedicate, distribuite ad amici e parenti ed un paio di libri mai pubblicati. Il desiderio di scrivere romanzi esplode una notte, quando alle prese col suo ultimo nato che non vuol dormire, comincia a passare il tempo buttando giù una storia, che ben presto si trasforma nel suo primo romanzo di ben 512 pagine. Stefania è una sognatrice, una visionaria che con i suoi scritti ha deciso di mettere un pezzo del suo cuore sul mercato.
Vorrei fare i miei complimenti all’autrice e augurarle un grosso in bocca al lupo per questo romanzo e per gli altri che verranno.     


Alla prossima recensione. 
Baci, Roberta Tam.



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