lunedì 18 giugno 2018

Recensione "Tutto il tempo del mondo" di Sara Purpura


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Torno a parlarvi un po' delle mie letture e comincio con "Tutto il tempo del mondo" di Sara Purpura edito da Mondadori, primo volume della trilogia "A time for love". 
Una storia che ho amato alla follia e che mi ha toccata profondamente.

Sinossi
Anais Kerper è la ragazza che tutte vorrebbero essere. Bella, intelligente, di famiglia benestante. Ha al suo fianco il ragazzo ideale e davanti a sé un futuro radioso. Eppure, dietro questa patina di perfezione, lei sta andando in pezzi, incapace di ribellarsi a una vita che non le corrisponde affatto. Una vita di cui ha il pieno controllo solo quando, chiusa fra le quattro mura del suo bagno, cerca il dolore per sfuggire alla realtà. Desmond Ward è un ragazzo difficile. Orfano da quando aveva sette anni, ha alle spalle un passato di continui abbandoni e un’anima rattoppata. Nera. Sporca. Marcia. Ma il destino sembra finalmente tornare a sorridergli il giorno in cui una facoltosa famiglia decide di prenderlo in affido, regalandogli così la possibilità di una vita diversa, e forse perfino il sogno di diventare un giocatore professionista di football. Una volta giunto nella loro villa, però, conosce Anais, la sua futura sorellastra, stupenda e fragile. E, subito, quello che è stato il loro mondo fino a quel momento si sgretola. L’uno coglie negli occhi dell’altra il suo stesso tormento e l’attrazione si fa largo dirompente. Incontrollabile. E proibita. Ciononostante Des e Ana non possono smettere di cercarsi, desiderarsi, e amarsi, perché solo l’uno tra le braccia dell’altra, per la prima volta, capiscono cosa significhi vibrare e sentirsi vivi. Ma il mondo “fuori” non si lascia mettere in un angolo, al contrario si fa avanti minaccioso e li costringe a chiedersi fino a dove sono disposti a spingersi per difendere il loro amore. Quella di Anais e Des è una scelta difficile. Un sì o un no che richiederebbero un istante per essere pronunciati. Ma «la vita è fatta di istanti. E di respiri impigliati in gola, e del cuore in fondo allo stomaco che li precede. E poi c’è il “mentre”: quell’attimo in cui decidi se essere felice o soffrire».

La prima cosa che ho pensato, una volta iniziata la lettura, è stata: "Perché non ho letto prima questo romanzo?". 
Anais e Des mi hanno folgorata. Sono due ragazzi che si trovano ad affrontare delle situazioni più grandi di loro. Sono come la luce e il buio, differenti ma uguali. Si attraggono, si respingono, gravitano ma sono uniti da un qualcosa che riesce a tirare fuori il loro meglio.
Non è facile vivere una vita che non è la tua, come non lo è doversi piegare ai desideri di grandezza dei propri genitori. Gli stessi che non esprimono un minimo di affetto nei confronti della figlia ma solo pretese. Anais è fragile, è spezzata. La sua vita, vista da fuori, sembrerebbe tutta rose e fuori ma non lo è. Un dolore continuo la investe e come potrebbe non autodistruggersi? Questo, in fondo, è il solo modo che ha per sentire un attimo di sollievo. 
L'arrivo di Des nella sua vita, cambierà un po' le cose. Lui proviene da un orfanotrofio, è passato da una famiglia a un'altra per anni. Ha solo conosciuto la bruttezza del mondo e il suo unico obiettivo futuro è quello di prendersi cura di Braden, suo "fratello".
Tra Anais e l'impenetrabile Des, la sintonia sarà immediata.
Des con i suoi demoni, con le sue imperfezioni, con il suo carattere a volte duro rappresenterà per Anais il suo appiglio, la sua àncora di salvezza, il suo tutto.

"Tutto il tempo del mondo" è uno Young Adult sì, ma non il classico. La maturità, per certi versi dei protagonisti, e i temi trattati portano il lettore a riflettere. Temi che sono attuali, temi che purtroppo investono i giovani di oggi. 
L'autrice ci parla di droga, corse clandestine, affidamento, anoressia, bulimia e autolesionismo con molto tatto, cura e delicatezza. Come se fosse una madre che stia cercando di proteggere in tutti i modi i suoi piccoli.
Oltre alla sofferenza e al dolore però c'è l'amore che è il motore di tutto. Un amore che si percepisce pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo. Quell'amore che è capace di dare vita anche se non è facile, anche se ci saranno montagne e montagne da scalare.
La lettura è così scorrevole e travolgente che in poco tempo mi sono ritrovata alla fine della storia. E il doppio POV in prima persona mi ha permesso di immedesimarmi e capire i protagonisti.
Se ancora non avete letto questo romanzo ve lo consiglio vivamente.
Concludo con le parole finali di Sara Purpura che mi hanno colpito tantissimo:

"...ricordate che l'amore è una giostra. Ci sono momenti in cui non vale il costo del biglietto, ma il più delle volte sa portarci in alto e la vista da lassù è uno spettacolo infinito."

Alla prossima,
Berta



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