mercoledì 19 ottobre 2016

Segnalazione "Era mia sorella" di Rossella C.


Oggi pomeriggio vi segnalo "Era mia sorella" di Rossella C. conosciuta per la serie "Le ali di cenere" ritorna con un thriller.


Leggiamo la trama:
17 luglio. Banks, città dell'Oregon. Una ragazza di diciannove anni muore:Vicktoria Edge, ritrovata annegata sulla riva di un ruscello. Incidente? Suicidio? Assassinio? Queste sono le domande che la polizia si pone. "Chi è stato?" È invece l unica domanda che scuote la mente della sorella più piccola, Jeky Edge. Tra un intricata trama di bugie, sospetti, rancori ed odii, Jeky cercherà di far luce sulla morte di Vick, e di dargli giustizia, ma constaterà da sola che troppe persone cercano di sviare le indagini, di nascondere qualcosa. Ma che cosa? E perché?

Sinceramente sono curiosa, soprattutto per questo cambio di genere ripetto ai lavori precedenti.
Vi lascio qualche estratto che mi ha intrigato parecchio:

 
"«Siamo insieme e questo è ciò che conta.»
Lui mi stringe forte sul petto nudo.
«Ma ho paura. Come potremo mai avere un futuro insieme? E’ impensabile.»
«Stai solo diventando paranoica, Vick. Adesso stiamo bene così, perché agitarsi?»
Alzo appena il capo per guardarlo negli occhi. Mi tengo su, poggiando le mani sul letto su cui siamo sdraiati.
«perché per te è semplice. Io ho diciott’anni e vorrei poter avere una certezza sul mio futuro» concludo tristemente.
«perché credi davvero che per me sia più facile? Questo continuare a nascondersi sempre?»
«No, non ho detto questo.»
«Si, Vick. Pensi che io mi accontenti di vederti solo per poche ore, qualche volta a settimana con la costante paura che ci scoprano? no, non è così. Vorrei poter passeggiare con te, andare a ballare con te, andare al cinema. Ma non posso. Non possiamo.»"



  "«Mi sento un po’ stordita. Ho leggeri giramenti di testa» dico.
Forse ho bevuto più di quanto potessi reggere.
Fa una battuta. Rido. Improvvisamente un brivido mi attraversa la schiena. Mi zittisco subito. Sento un rumore alle mie spalle e mi volto abbassando il cellulare, come se fossi stata colta in flagrante
«Tu?» Resto stupita «Che ci fai tu qui?»
La sua mano mi afferra i capelli e mi spinge giù, verso l’acqua del ruscello. Cerco di aggrapparmi all’altra persona. Non riesco. Inizio a lottare, ma stranamente i miei movimenti sono più lenti e tardivi. Allora inizio ad urlare, ma sono zittita dal contatto con l’acqua.
Acqua. Solo acqua.
Il mio volto è immerso nel ruscello. La sua mano ancora sopra la mia testa preme più a fondo mentre tento ancora di combattere. Ho gli occhi aperti sott’acqua, ma è tutto buio, non vedo niente. Ci sono solo rami che mi graffiano il volto. Trattengo il respiro. ‘Mamma' vorrei urlare. Rivoglio la mia famiglia. "

Spero possa incuriosire anche voi.
A presto, 
Berta

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