Vi segnaliamo "I guerrieri della sposa" di Vivì Coppola, leggiamo insieme la sinossi...
Sinossi: Alla morte del nonno, la
giovane Arlette, per rispettare una promessa, si incarica di portarne le ceneri
sulla vetta della Sposa del Sole, l’inviolata montagna al cui interno, secondo
quanto tramandato dal nonno, vivrebbe la stirpe dei Barun-Drakkar, popolo
arcano da cui anche Arlette discenderebbe, oltre a esserne, secondo una
profezia, la predestinata sacerdotessa. Insieme a Kevin, giovane temerario e
risoluto, e accompagnati dalla gatta Astrid che di lì a breve si rivelerà una
creatura mutante, e cioè una donna-gatto capace di profonde metamorfosi, ha
inizio l’ascesa verso la ripida vetta, per assolvere al rituale della deposizione
delle ceneri. Il cammino impervio si trasformerà presto in una vera corsa a
ostacoli, resa ancor più difficoltosa dal sopraggiungere di minacce di varia
natura che confermeranno anche la veridicità dei racconti del nonno.
Ecco allora spalancarsi
scenari inediti in un mondo astorico venato di forti pulsioni e con una vaga
aura medievaleggiante, popolato da talpe giganti e nani irrequieti che si
esprimono in una lingua misteriosa, affollato da uomini-aquila in grado di
combattere e avere la meglio su elicotteri da guerra, e percorso da fiumi
sotterranei, con acque dalla purezza cristallina e dall’alveo rivestito di
pietre preziose.
Predisponendosi a una vera
prova di coraggio, con scontri all’ultimo sangue, i due co-protagonisti Arlette
e Kevin, separati dall’incalzare delle vicende, scopriranno di essere
innamorati l’uno dell’altro ma dovranno prima dimostrare di sapersela cavare da
soli per resistere agli assalti della sorte e a perfidi nemici che non
perderanno occasione di sbarrar loro il cammino con ogni espediente.
In un alternarsi di conflitti
e vendette, congiure rabbiose e brevi intermezzi di pace i due giovani potranno
così ricongiungersi e solo allora la vicenda si avvierà verso una
ricomposizione delle parti, con un progressivo ritorno alla normalità e il
riappropriarsi della dimensione reale della civiltà contemporanea, grazie
all’abbandono del monte ma non prima di aver dato degna sistemazione alle
ceneri del nonno.
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